Post by F.BertolazziSinceramente ho frequentato, durante gli anni di piombo, una scuola dove
non si è mai scioperato, nemmeno il mio amico comunista tesserato.
Eravamo già dell'opinone che lo sciopero danneggiasse solo noi e che la
realtà fosse ancora più complessa di quanto andavamo scoprendo. O forse
perché il padre del mio compagno di banco è stato il primo (?) ammazzato
dalle BR. Ma questa è tutta un'altra storia, non so che c'entri. Scusate.
Io ho frequentato il liceo nel decennio successivo agli anni di piombo.
Fino ad un paio di anni prima che la frequentassi io, nella mia scuola
c'erano gruppi estremi d'ogni genere, turbolenze e collettivi vari;
quando invece sono arrivato io, era già tutto "pacificato". Niente
occupazioni, in quegli anni. E soprattutto, niente violenze: siamo
stati indubbiamente più fortunati, noi, da quel punto di vista.
Però era, appunto, la calma piatta che viene dopo la turbolenza; il
vendicativo e subdolo Termidoro dopo il periodo tremendo del Terrore.
Eravamo ormai liberi di andare in giro senza che qualcuno venisse a
romperci la faccia per le nostre idee. Però di politica non si poteva
più parlare, altrimenti i coetanei ti mandavano a quel paese, e "i
grandi" ti accusavano di estremismo. La parola d'ordine era:
disimpegno. In classe i miei coetanei leggevano solo giornali sportivi.
E solo di quegli argomenti parlavano, o al massimo di rock e
discoteche.
Mi ricordo una insegnante che ci catechizzava, nel vero senso della
parola, dicendoci che l'unico vero partito democratico era la DC e che
se si è giovani non si può essere comunisti né atei "perché è
contronatura e poi si finisce a fare i terroristi" (giuro che è
autentica!). Penso che intendesse dire che un giovane ha il dovere di
bersi tutto il perbenismo e il conformismo di 'sto mondo, e solo "da
grande", quando ormai è spompato, gli si può concedere qualche
innocua ribellioncina della domenica, suvvia!
- Incidentalmente, aggiungo che io da lei venivo guardato di traverso,
perché, pur essendo un non violento, ero però, ahiahi!, un non
credente! Quale ardire, messere! -
E così noialtri siamo venuti su impauriti dalle ideologie (senza più
saper distinguere le idee, che sono necessarie, dagli apparati
retorico-propagandistici, inutili se non nocivi: buttando cioè il
bambino insieme all'acqua sporca), rassegnati ad accettare "che il
mondo va come deve andare". C'è della saggezza anche in questo, per
carità, perché c'è anche chi ha detto (un fior di filosofo!) che è
pernicioso tentare di "raddrizzare il legno storto dell'umanità". Ma a
via di non raddrizzarlo, quel legno storto rischia di storcersi tanto
da caderci sulla cabeza. Ci vuole misura in tutto.
Insomma, ogni epoca ha vissuto le sue storture; prima, eccessi di
violenza, e poi eccessi di conformismo-perbenismo-immobilismo.
Magari il pendolo si decidesse a smettere di oscillare stupidamente e
sapesse trovare una posizione di intelligente equilibrio: senza
violenze gratuite, ma senza neppure imbecillità collettiva...
Post by F.BertolazziSecondo me i tumulti islamici sono dovuti non solo alla predicazione dei
loro estremisti, ma dalla nostra passiva acquiescenza e dalle divisioni che
creano tra paesi e partiti.
Anzi, oserei dire che pure detta predicazione (ma esiste questa parola?)
sia basata sulla nostra "tolleranza".
Sì, sono d'accordo. La tolleranza non deve diventare l'alibi per la
viltà pubblica e l'ipocrisia. E dico "viltà pubblica", perché, se la
viltà privata si può anche perdonare (umani siamo!), quella di chi ha
responsabilità pubbliche è inescusabile, perché le sue conseguenze
ricadono su tutti noi. E poi, se chi ha responsabilità politiche, non
insegna con l'esempio ai cittadini a prendere decisioni coraggiose,
come si può pretendere che questo coraggio venga dalla massa?
E non parliamo poi dell'ipocrisia, che mi sembra addirittura il nostro
male nazionale...
Post by F.BertolazziPost by brouillard de lucarneFacevi l'esempio della "tolleranza zero". Nessun argomento deve potersi
sottrarre alla discussione. Se i cittadini di New York arrivano un
giorno a rendersi conto che quella politica ha più difetti che pregi,
l'unica cosa sensata che possano fare è sostituirla con una politica
più adeguata. E gli altri Paesi devono stare ben attenti a imitare un
modello che crea più danni che benefici.
A cosa ti riferisci? Non capisco.
Forse deriva dal fatto che, a mia volta, non dovevo aver capito bene
quello che intendevi tu.
Post by F.BertolazziPost by brouillard de lucarne"Tolleranza zero" suona bene, è rassicurante. Ma, in concreto, come
funziona?
E' molto semplice: ci si ferma al rosso, si porta il casco, non si buttano
cartacce per terra. Altrimenti multe con escalation delle sanzioni in caso
di recidiva. Generalmente chi ha un comportamento antisociale lo esprime in
tutta una gamma di manifestazioni. Per vederla da un ulteriore punto di
vista, pensa a come vennero incastrati i grandi mafiosi in USA. Frode
fiscale, altro che stare provare le centinaia di omicidi che avevano
commesso.
Sono d'accordo pure qui. Bisogna ricominciare a far applicare la legge,
per il bene della nostra convivenza, per non mandare tutto allo
sfascio. Non è vero, poi, che la legalità abbia un colore. Nella
storia, nessun ordinamento politico, di qualsiasi orientamento fosse,
si è mai retto senza un apparato che facesse rispettare le leggi e
senza una diffusa coscienza civica. Mai. Ecco, è ora di cominciare a
parlare chiaro, a dircele, certe cose. A smetterla con le ipocrisie,
politically correct o no che siano.
Senza un quadro di legalità, anche le libertà delle persone diventano
una chimera. Anche i loro progetti di vita. Perché se non so che fine
farò quando esco di casa, posso mai dire di essere un uomo libero?
Posso mai dire di vivere in un Paese civile?
Oltretutto, senza il rispetto delle leggi, fioriscono il malcostume, la
raccomandazione e quant'altro, e gli stessi diritti diventano carta
straccia: i deboli, nel marasma, finiscono per prendersela sempre più
in saccoccia.
Se invochiamo la legge in un caso, non possiamo scordarcela negli altri
casi. Non può funzionare, così. Tutto si tiene. E chi deve capire
capisca...
Checché se ne dica, per me questo è un ragionare da progressista.
Post by F.BertolazziPost by brouillard de lucarneIl simbolo è un conto, la realtà un altro.
A me pare che la nostra realtà sia puramente simbolica.
Post by brouillard de lucarnePerò, quando la situazione è parecchio compromessa, è
difficile risalire la china.
Senza dubbio.
Da cartacce, caschi e semafori. Anche e soprattutto per non abbandonare gli
uomini di buona volontà all'impressione di essere dei poveri mentecatti
fissati su baggianate.
Ti capisco. Anche se, per certi versi, guardando la situazione del
nostro Paese specialmente, sono piuttosto portato al pessimismo.
Perché a volte ho l'impressione che si sia perso il senso della
convivenza civile, e quello della responsabilità (dal quale tutti
scappiamo). E non è questione di un partito o di un altro. Magari
fosse così semplice, la questione...
br. de luc.