gringo
2022-05-27 09:14:49 UTC
Questo pezzo di Mario Giagnori era veramente esilarante!
Sono passati solo 21 anni :-)
gilg
Sono passati solo 21 anni :-)
gilg
Il suo nome è Tex... Tex Willer!
Tex è seduto davanti a una di quelle tremende zuccheriere
dell'ottocento. Versa il caffè in una tazzina d'alluminio e ci
aggiunge sette cucchiaini di zucchero. Quando beve il primo sorso,
s'accorge che è amaro. Ne aggiunge ancora altri due, e lo manda giù
d'un colpo. Era il quinto caffè che si faceva e mai che gli venisse
buono. Ma questo succedeva perché stava da solo e non c'era Kit
Carson; perché come fa il caffè Kit Carson, nel west, non c'è nessuno.
E mica è bravo a farlo sulla cucina a gas, che lì sono bravi tutti;
no, Kit mette tre rami secchi a croce, nella prateria, che non ho mai
capito come fanno a reggersi o a non bruciare, e sotto ci appende una
cuccumella, sporca neanche a parlarne, e ti fa un caffè come nel west
non lo fa nessun altro. Poi, quando ne versa una tazza a Tex, non
perde occasione per dire "Vecchio Satanasso". A Tex, il caffè veniva
uno schifo, ecco perché lo zucchero da aggiungere non bastava mai.
Allora, dopo un po' s'attacca alla borraccia e si scola una buona dose
di whisky. Si fuma una sigaretta e poi tracanna ancora. Passa un'ora
prima che rimonti a cavallo. Si sente un po' nervoso per tutto quel
caffè che ha bevuto, e anche un po' brillo. Però dice: "Mi sento
nervoso!"
A Tex ogni tanto gli prende la nostalgia di Lilith, la figlia di
Freccia Rossa, il grande capo dei Navajos. Le voleva bene a Lilith,
non tanto perché era una donna... che, si sa, le donne a Tex... Ma gli
aveva salvato la vita quella volta che stava legato al palo della
tortura. E mica ti puoi mettere a fare lo schizzinoso quando sei
legato al palo della tortura con tutt'intorno un centinaio di
pellerossa pronti a farti la festa come solo gli indiani la sanno
fare. No, non fai lo schizzinoso. Se un'indiana, per di più bella e
figlia del capo, ti dice che ti ama e ti vuole sposare, tu non solo le
dici di sì, ma ti metteresti pure a cantarglielo, se te lo chiedesse.
Tex non glielo cantò a Lilith, ma in quattro e quattr'otto se la
sposò.
Con il rito indiano, naturalmente. Freccia Rossa, con un coltellaccio
aveva inciso i polsi a entrambi e poi li aveva tenuti legati assieme
giusto il tempo per dare modo al sangue di mescolarsi. Ma oggi non li
fanno più, gli indiani, questi matrimoni, coi tempi che corrono.
Per questo Tex era diventato il capo dei Navajos alla morte di Freccia
Rossa: perché aveva sposato Lilith con il patto di sangue! E s'è fatto
chiamare Aquila della Notte, e si mette il wampum sulla fronte e
quelle belle giacchette con le frange al campo indiano, nel suo tepee.
Quando un gruppo di banditi e commercianti corrotti aveva ucciso
Lilith per certi loro sporchi traffici, non sto neanche a perdere
tempo per dire cosa gli fece Tex quando li acciuffò, che di cinquanta
o sessanta che erano non ne rimasero che i pezzi sparsi di tre o
quattro.
Ma Lilith gli era rimasta nel cuore, e la rimpiangeva. Ogni tanto,
almeno. Specialmente quando se ne andava in giro per la prateria da
solo, e non c'era non dico Kit Carson che gli faceva il caffè come dio
comanda, ma neanche il suo pard indiano Tiger Jack (così com'è
scritto, che non vi venga in mente di chiamarlo Taigher Jeck!).
E poi, si sa, Tex di donne ha conosciuto soltanto Lilith, che di
questo Freud avrebbe qualcosa da dire. Così come, altro fatto strano,
non si è mai capito che sia di destra o di sinistra, ma si sa che
piace di qua e di là, tant'è che pure dentro i covi delle Brigate
Rosse ce ne hanno trovati a pacchi. Forse perché è un eroe solitario,
o al massimo con due o tre pards.
Cavalca solitario nella prateria per un paio d'ore, mentre tirava un
forte vento e tutt'intorno gli svolazzano quei cespugli tondi di
arbusti che adesso non mi ricordo come si chiamano e anzi non so
nemmeno se hanno un nome, ma che sempre si vedono svolazzare nei film
western quando nella prateria c'è un forte vento, e che ultimamente un
ragazzino americano se li è messi a vendere su Internet ed è diventato
miliardario perché li comprano i ricchi texani e li mettono nei
giardini delle loro belle ville, così quando tira un forte vento
questi cespugli svolazzano di qua e di là e loro escono in giardino e
si mettono il cappello alla cow-boy e gridano "giddap" oppure
"yippie", tutti contenti di essere texani.
Anche Tex è texano.
Cavalca nella prateria finché non incontra un gruppo di pellerossa.
Dice: "Sono Aquila della Notte."
E quelli: "Noi siamo Sioux!"
E Tex, nervoso: "Cerco Lilith."
"Guarda, Aquila (confidenziale), noi siamo Sioux. "
"Vabbe', non importa, dammene un'altra."
Il capo dei Sioux, molto seccato: "Parla bene, Aquila della Notte
(formale), se non vuoi che ti scotenniamo!"
"Scusa, allora" dice Tex, che fa impennare il cavallo e se ne va.
Cavalca, cavalca, nella prateria, che anche se è tutta spoglia, tranne
quei cosi che svolazzano, c'è sempre il rischio di incontrare tipi
strani, come quel Signore degli Abissi che poi ci hanno fatto pure un
film, che quando seppi che Tex lo impersonava Giuliano Gemma per poco
non mi venne il vomito.
Cavalca, cavalca, Tex arriva in uno di quei villaggi polverosi del
west. Lega la bestia alla staccionata ed entra di filato nel saloon.
"Dammi una birra!" dice, mentre siede a un tavolo. "Anzi, no, dammi
una bottiglia di whisky, che voglio scacciare Lilith dalla mente."
"Da mangiare che porto: una bistecca alta tre dita, seppellita da una
montagna di patatine fritte?" dice l'uomo dietro al banco, che sapeva
che a Tex lo fanno impazzire bistecche e patatine, che dev'essere una
specie di pubblicità sublimale in previsione di mucca pazza.
"Puah! Ho lo stomaco pieno di bistecche e patatine fritte."
"Che ti faccio, allora?" chiede l'uomo, con la faccia tanto
esterrefatta che ci potevi affiggere sopra un avviso di taglia.
Nel frattempo si avvicina una donna, una di quelle che sempre girano
attorno a Tex quando entra in un saloon, ma mai che riescano non dico
ad andarci a letto ma almeno a scambiarci un bacio, sempre per quella
storia di cui dovrebbe interessarsi Freud.
"Ci penso io a lui, Jò" dice la donna. E con un gesto repentino si
siede sulle sue ginocchia.
"Ah!" dice Tex. E pensa "vecchia maliarda". Ma allunga una mano sulla
coscia della donna e sente la giarrettiera. "Hai le gambe toste come
quelle di un bisonte della prateria" dice.
"Trovi?" fa la donna.
E Tex: "Per tutta la prateria con il mio cavallo ho corso, ed ora
dammi il morso..."
"..."
"... Oh, scusami sai, ma ho sempre a che fare con i cavalli. Volevo
dire dammi un bacio..."
Tex è così. E' diventato così da quando gli è morto il papà. Il papà
Gianluigi... Gianluigi Bonelli. Dopo che se ne era già andato anche
l'altro genitore, l'Aurelio Galeppini, il mitico Galep.
---------------------------------------------
- il testo qua sopra non è mio.
- e allora di chi è?
- lo saprai a suo tempo.
- "suo" di chi?
- ma quante domande fai... leggi e commenta, invece!
Tex è seduto davanti a una di quelle tremende zuccheriere
dell'ottocento. Versa il caffè in una tazzina d'alluminio e ci
aggiunge sette cucchiaini di zucchero. Quando beve il primo sorso,
s'accorge che è amaro. Ne aggiunge ancora altri due, e lo manda giù
d'un colpo. Era il quinto caffè che si faceva e mai che gli venisse
buono. Ma questo succedeva perché stava da solo e non c'era Kit
Carson; perché come fa il caffè Kit Carson, nel west, non c'è nessuno.
E mica è bravo a farlo sulla cucina a gas, che lì sono bravi tutti;
no, Kit mette tre rami secchi a croce, nella prateria, che non ho mai
capito come fanno a reggersi o a non bruciare, e sotto ci appende una
cuccumella, sporca neanche a parlarne, e ti fa un caffè come nel west
non lo fa nessun altro. Poi, quando ne versa una tazza a Tex, non
perde occasione per dire "Vecchio Satanasso". A Tex, il caffè veniva
uno schifo, ecco perché lo zucchero da aggiungere non bastava mai.
Allora, dopo un po' s'attacca alla borraccia e si scola una buona dose
di whisky. Si fuma una sigaretta e poi tracanna ancora. Passa un'ora
prima che rimonti a cavallo. Si sente un po' nervoso per tutto quel
caffè che ha bevuto, e anche un po' brillo. Però dice: "Mi sento
nervoso!"
A Tex ogni tanto gli prende la nostalgia di Lilith, la figlia di
Freccia Rossa, il grande capo dei Navajos. Le voleva bene a Lilith,
non tanto perché era una donna... che, si sa, le donne a Tex... Ma gli
aveva salvato la vita quella volta che stava legato al palo della
tortura. E mica ti puoi mettere a fare lo schizzinoso quando sei
legato al palo della tortura con tutt'intorno un centinaio di
pellerossa pronti a farti la festa come solo gli indiani la sanno
fare. No, non fai lo schizzinoso. Se un'indiana, per di più bella e
figlia del capo, ti dice che ti ama e ti vuole sposare, tu non solo le
dici di sì, ma ti metteresti pure a cantarglielo, se te lo chiedesse.
Tex non glielo cantò a Lilith, ma in quattro e quattr'otto se la
sposò.
Con il rito indiano, naturalmente. Freccia Rossa, con un coltellaccio
aveva inciso i polsi a entrambi e poi li aveva tenuti legati assieme
giusto il tempo per dare modo al sangue di mescolarsi. Ma oggi non li
fanno più, gli indiani, questi matrimoni, coi tempi che corrono.
Per questo Tex era diventato il capo dei Navajos alla morte di Freccia
Rossa: perché aveva sposato Lilith con il patto di sangue! E s'è fatto
chiamare Aquila della Notte, e si mette il wampum sulla fronte e
quelle belle giacchette con le frange al campo indiano, nel suo tepee.
Quando un gruppo di banditi e commercianti corrotti aveva ucciso
Lilith per certi loro sporchi traffici, non sto neanche a perdere
tempo per dire cosa gli fece Tex quando li acciuffò, che di cinquanta
o sessanta che erano non ne rimasero che i pezzi sparsi di tre o
quattro.
Ma Lilith gli era rimasta nel cuore, e la rimpiangeva. Ogni tanto,
almeno. Specialmente quando se ne andava in giro per la prateria da
solo, e non c'era non dico Kit Carson che gli faceva il caffè come dio
comanda, ma neanche il suo pard indiano Tiger Jack (così com'è
scritto, che non vi venga in mente di chiamarlo Taigher Jeck!).
E poi, si sa, Tex di donne ha conosciuto soltanto Lilith, che di
questo Freud avrebbe qualcosa da dire. Così come, altro fatto strano,
non si è mai capito che sia di destra o di sinistra, ma si sa che
piace di qua e di là, tant'è che pure dentro i covi delle Brigate
Rosse ce ne hanno trovati a pacchi. Forse perché è un eroe solitario,
o al massimo con due o tre pards.
Cavalca solitario nella prateria per un paio d'ore, mentre tirava un
forte vento e tutt'intorno gli svolazzano quei cespugli tondi di
arbusti che adesso non mi ricordo come si chiamano e anzi non so
nemmeno se hanno un nome, ma che sempre si vedono svolazzare nei film
western quando nella prateria c'è un forte vento, e che ultimamente un
ragazzino americano se li è messi a vendere su Internet ed è diventato
miliardario perché li comprano i ricchi texani e li mettono nei
giardini delle loro belle ville, così quando tira un forte vento
questi cespugli svolazzano di qua e di là e loro escono in giardino e
si mettono il cappello alla cow-boy e gridano "giddap" oppure
"yippie", tutti contenti di essere texani.
Anche Tex è texano.
Cavalca nella prateria finché non incontra un gruppo di pellerossa.
Dice: "Sono Aquila della Notte."
E quelli: "Noi siamo Sioux!"
E Tex, nervoso: "Cerco Lilith."
"Guarda, Aquila (confidenziale), noi siamo Sioux. "
"Vabbe', non importa, dammene un'altra."
Il capo dei Sioux, molto seccato: "Parla bene, Aquila della Notte
(formale), se non vuoi che ti scotenniamo!"
"Scusa, allora" dice Tex, che fa impennare il cavallo e se ne va.
Cavalca, cavalca, nella prateria, che anche se è tutta spoglia, tranne
quei cosi che svolazzano, c'è sempre il rischio di incontrare tipi
strani, come quel Signore degli Abissi che poi ci hanno fatto pure un
film, che quando seppi che Tex lo impersonava Giuliano Gemma per poco
non mi venne il vomito.
Cavalca, cavalca, Tex arriva in uno di quei villaggi polverosi del
west. Lega la bestia alla staccionata ed entra di filato nel saloon.
"Dammi una birra!" dice, mentre siede a un tavolo. "Anzi, no, dammi
una bottiglia di whisky, che voglio scacciare Lilith dalla mente."
"Da mangiare che porto: una bistecca alta tre dita, seppellita da una
montagna di patatine fritte?" dice l'uomo dietro al banco, che sapeva
che a Tex lo fanno impazzire bistecche e patatine, che dev'essere una
specie di pubblicità sublimale in previsione di mucca pazza.
"Puah! Ho lo stomaco pieno di bistecche e patatine fritte."
"Che ti faccio, allora?" chiede l'uomo, con la faccia tanto
esterrefatta che ci potevi affiggere sopra un avviso di taglia.
Nel frattempo si avvicina una donna, una di quelle che sempre girano
attorno a Tex quando entra in un saloon, ma mai che riescano non dico
ad andarci a letto ma almeno a scambiarci un bacio, sempre per quella
storia di cui dovrebbe interessarsi Freud.
"Ci penso io a lui, Jò" dice la donna. E con un gesto repentino si
siede sulle sue ginocchia.
"Ah!" dice Tex. E pensa "vecchia maliarda". Ma allunga una mano sulla
coscia della donna e sente la giarrettiera. "Hai le gambe toste come
quelle di un bisonte della prateria" dice.
"Trovi?" fa la donna.
E Tex: "Per tutta la prateria con il mio cavallo ho corso, ed ora
dammi il morso..."
"..."
"... Oh, scusami sai, ma ho sempre a che fare con i cavalli. Volevo
dire dammi un bacio..."
Tex è così. E' diventato così da quando gli è morto il papà. Il papà
Gianluigi... Gianluigi Bonelli. Dopo che se ne era già andato anche
l'altro genitore, l'Aurelio Galeppini, il mitico Galep.
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- il testo qua sopra non è mio.
- e allora di chi è?
- lo saprai a suo tempo.
- "suo" di chi?
- ma quante domande fai... leggi e commenta, invece!