Discussione:
[confEDSsore] Il suo nome è Tex... Tex Willer!
(troppo vecchio per rispondere)
gringo
2022-05-27 09:14:49 UTC
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Questo pezzo di Mario Giagnori era veramente esilarante!
Sono passati solo 21 anni :-)

gilg
Il suo nome è Tex... Tex Willer!
Tex è seduto davanti a una di quelle tremende zuccheriere
dell'ottocento. Versa il caffè in una tazzina d'alluminio e ci
aggiunge sette cucchiaini di zucchero. Quando beve il primo sorso,
s'accorge che è amaro. Ne aggiunge ancora altri due, e lo manda giù
d'un colpo. Era il quinto caffè che si faceva e mai che gli venisse
buono. Ma questo succedeva perché stava da solo e non c'era Kit
Carson; perché come fa il caffè Kit Carson, nel west, non c'è nessuno.
E mica è bravo a farlo sulla cucina a gas, che lì sono bravi tutti;
no, Kit mette tre rami secchi a croce, nella prateria, che non ho mai
capito come fanno a reggersi o a non bruciare, e sotto ci appende una
cuccumella, sporca neanche a parlarne, e ti fa un caffè come nel west
non lo fa nessun altro. Poi, quando ne versa una tazza a Tex, non
perde occasione per dire "Vecchio Satanasso". A Tex, il caffè veniva
uno schifo, ecco perché lo zucchero da aggiungere non bastava mai.
Allora, dopo un po' s'attacca alla borraccia e si scola una buona dose
di whisky. Si fuma una sigaretta e poi tracanna ancora. Passa un'ora
prima che rimonti a cavallo. Si sente un po' nervoso per tutto quel
caffè che ha bevuto, e anche un po' brillo. Però dice: "Mi sento
nervoso!"
A Tex ogni tanto gli prende la nostalgia di Lilith, la figlia di
Freccia Rossa, il grande capo dei Navajos. Le voleva bene a Lilith,
non tanto perché era una donna... che, si sa, le donne a Tex... Ma gli
aveva salvato la vita quella volta che stava legato al palo della
tortura. E mica ti puoi mettere a fare lo schizzinoso quando sei
legato al palo della tortura con tutt'intorno un centinaio di
pellerossa pronti a farti la festa come solo gli indiani la sanno
fare. No, non fai lo schizzinoso. Se un'indiana, per di più bella e
figlia del capo, ti dice che ti ama e ti vuole sposare, tu non solo le
dici di sì, ma ti metteresti pure a cantarglielo, se te lo chiedesse.
Tex non glielo cantò a Lilith, ma in quattro e quattr'otto se la
sposò.
Con il rito indiano, naturalmente. Freccia Rossa, con un coltellaccio
aveva inciso i polsi a entrambi e poi li aveva tenuti legati assieme
giusto il tempo per dare modo al sangue di mescolarsi. Ma oggi non li
fanno più, gli indiani, questi matrimoni, coi tempi che corrono.
Per questo Tex era diventato il capo dei Navajos alla morte di Freccia
Rossa: perché aveva sposato Lilith con il patto di sangue! E s'è fatto
chiamare Aquila della Notte, e si mette il wampum sulla fronte e
quelle belle giacchette con le frange al campo indiano, nel suo tepee.
Quando un gruppo di banditi e commercianti corrotti aveva ucciso
Lilith per certi loro sporchi traffici, non sto neanche a perdere
tempo per dire cosa gli fece Tex quando li acciuffò, che di cinquanta
o sessanta che erano non ne rimasero che i pezzi sparsi di tre o
quattro.
Ma Lilith gli era rimasta nel cuore, e la rimpiangeva. Ogni tanto,
almeno. Specialmente quando se ne andava in giro per la prateria da
solo, e non c'era non dico Kit Carson che gli faceva il caffè come dio
comanda, ma neanche il suo pard indiano Tiger Jack (così com'è
scritto, che non vi venga in mente di chiamarlo Taigher Jeck!).
E poi, si sa, Tex di donne ha conosciuto soltanto Lilith, che di
questo Freud avrebbe qualcosa da dire. Così come, altro fatto strano,
non si è mai capito che sia di destra o di sinistra, ma si sa che
piace di qua e di là, tant'è che pure dentro i covi delle Brigate
Rosse ce ne hanno trovati a pacchi. Forse perché è un eroe solitario,
o al massimo con due o tre pards.
Cavalca solitario nella prateria per un paio d'ore, mentre tirava un
forte vento e tutt'intorno gli svolazzano quei cespugli tondi di
arbusti che adesso non mi ricordo come si chiamano e anzi non so
nemmeno se hanno un nome, ma che sempre si vedono svolazzare nei film
western quando nella prateria c'è un forte vento, e che ultimamente un
ragazzino americano se li è messi a vendere su Internet ed è diventato
miliardario perché li comprano i ricchi texani e li mettono nei
giardini delle loro belle ville, così quando tira un forte vento
questi cespugli svolazzano di qua e di là e loro escono in giardino e
si mettono il cappello alla cow-boy e gridano "giddap" oppure
"yippie", tutti contenti di essere texani.
Anche Tex è texano.
Cavalca nella prateria finché non incontra un gruppo di pellerossa.
Dice: "Sono Aquila della Notte."
E quelli: "Noi siamo Sioux!"
E Tex, nervoso: "Cerco Lilith."
"Guarda, Aquila (confidenziale), noi siamo Sioux. "
"Vabbe', non importa, dammene un'altra."
Il capo dei Sioux, molto seccato: "Parla bene, Aquila della Notte
(formale), se non vuoi che ti scotenniamo!"
"Scusa, allora" dice Tex, che fa impennare il cavallo e se ne va.
Cavalca, cavalca, nella prateria, che anche se è tutta spoglia, tranne
quei cosi che svolazzano, c'è sempre il rischio di incontrare tipi
strani, come quel Signore degli Abissi che poi ci hanno fatto pure un
film, che quando seppi che Tex lo impersonava Giuliano Gemma per poco
non mi venne il vomito.
Cavalca, cavalca, Tex arriva in uno di quei villaggi polverosi del
west. Lega la bestia alla staccionata ed entra di filato nel saloon.
"Dammi una birra!" dice, mentre siede a un tavolo. "Anzi, no, dammi
una bottiglia di whisky, che voglio scacciare Lilith dalla mente."
"Da mangiare che porto: una bistecca alta tre dita, seppellita da una
montagna di patatine fritte?" dice l'uomo dietro al banco, che sapeva
che a Tex lo fanno impazzire bistecche e patatine, che dev'essere una
specie di pubblicità sublimale in previsione di mucca pazza.
"Puah! Ho lo stomaco pieno di bistecche e patatine fritte."
"Che ti faccio, allora?" chiede l'uomo, con la faccia tanto
esterrefatta che ci potevi affiggere sopra un avviso di taglia.
Nel frattempo si avvicina una donna, una di quelle che sempre girano
attorno a Tex quando entra in un saloon, ma mai che riescano non dico
ad andarci a letto ma almeno a scambiarci un bacio, sempre per quella
storia di cui dovrebbe interessarsi Freud.
"Ci penso io a lui, Jò" dice la donna. E con un gesto repentino si
siede sulle sue ginocchia.
"Ah!" dice Tex. E pensa "vecchia maliarda". Ma allunga una mano sulla
coscia della donna e sente la giarrettiera. "Hai le gambe toste come
quelle di un bisonte della prateria" dice.
"Trovi?" fa la donna.
E Tex: "Per tutta la prateria con il mio cavallo ho corso, ed ora
dammi il morso..."
"..."
"... Oh, scusami sai, ma ho sempre a che fare con i cavalli. Volevo
dire dammi un bacio..."
Tex è così. E' diventato così da quando gli è morto il papà. Il papà
Gianluigi... Gianluigi Bonelli. Dopo che se ne era già andato anche
l'altro genitore, l'Aurelio Galeppini, il mitico Galep.
---------------------------------------------
- il testo qua sopra non è mio.
- e allora di chi è?
- lo saprai a suo tempo.
- "suo" di chi?
- ma quante domande fai... leggi e commenta, invece!
Soviet_Mario
2022-05-28 19:00:55 UTC
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Post by gringo
Questo pezzo di Mario Giagnori era veramente esilarante!
Sono passati solo 21 anni :-)
gilg
CUT

gustoso, anche se non lo trovo esilarante, ma piuttosto
sarcastico / ironico.
Piaciuto ! danke schön



--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mario - (a
Dan
2022-05-30 09:15:01 UTC
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Post by gringo
Questo pezzo di Mario Giagnori era veramente esilarante!
Sono passati solo 21 anni :-)
gilg
Il suo nome è Tex... Tex Willer!
Sì, carino ma non lo definirei nemmeno io "esilarante". Io ci sarei
andato più pesante, ma ironizzare su un personaggio come Tex è come
sparare sulla croce rossa. Da bambino non mi stava per niente simpatico,
perché mi faceva incazzare il fatto che vinceva sempre lui, contro
qualunque avversario. Faceva a cazzotti con un energumeno grosso il
doppio di lui? nessun problema. Lo stendeva in quattro e quattr'otto.
Sfidava Buffalo Bill a una gara di tiro? Lo stracciava facendo
addirittura acrobazie sul cavallo.
Un albo si intitolava "solo contro cento" e naturalmente Tex sterminava
un centinaio di cattivoni. E poi chissà come, le pallottole dei suoi
avversari gli fischiavano sempre attorno (zip, zip) mentre i suoi colpi
erano precisissimi, al punto che tranciava una fune da 20 metri con un
colpo della sua Colt, nessun problema, e sempre al primo colpo. Sarà
stato ferito ad una spalla uno zilione di volte, al punto che,
poveretto, doveva essere sciancato come un olivo colpito da un fulmine.
Macché, neanche un dolorino alla spalla.
E poi era capo della tribù Navajos, intelligentissimo, astutissimo,
insomma un superuomo. Dovevano ancora arrivare i fumetti Marvel, con gli
eroi che erano sì super, ma avevano qualche debolezza umana, tipo Devil
che era cieco o l'omoragno che era timido con le donne e doveva
rattopparsi il costume da supereroe con ago e filo la sera e poi era un
incompreso e tutti lo consideravano con sospetto, porello. O Silver
Surfer che scontava la condanna di non potersi allontanare dalla Terra e
ogni tanto veniva preso dallo sconforto. O i fantaquattro con il povero
Ben (la cosa) che non si poteva ritrasformare in omo ed era per questo
'ncazzatissimo. ecc.
Io leggevo Zagor, sul quale ironizzavo meno di una settimana fa con un
amico per il suo ambiguo rapporto con Cico (mah...)

Comunque grazie per il tuffo nel passato di IAS, che è una piccola
miniera d'oro.
Dan
Soviet_Mario
2022-05-30 15:44:14 UTC
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Post by Dan
Post by gringo
Questo pezzo di Mario Giagnori era veramente esilarante!
Sono passati solo 21 anni :-)
gilg
Il giorno mercoledì 17 gennaio 2001 alle 10:43:10 UTC+1 il
Il suo nome è Tex... Tex Willer!
Sì, carino ma non lo definirei nemmeno io "esilarante". Io
ci sarei andato più pesante, ma ironizzare su un personaggio
come Tex è come sparare sulla croce rossa. Da bambino non mi
stava per niente simpatico, perché mi faceva incazzare il
fatto che vinceva sempre lui, contro qualunque avversario.
Faceva a cazzotti con un energumeno grosso il doppio di lui?
nessun problema. Lo stendeva in quattro e quattr'otto.
Sfidava Buffalo Bill a una gara di tiro? Lo stracciava
facendo addirittura acrobazie sul cavallo.
Un albo si intitolava "solo contro cento" e naturalmente Tex
sterminava un centinaio di cattivoni. E poi chissà come, le
pallottole dei suoi avversari gli fischiavano sempre attorno
(zip, zip) mentre i suoi colpi erano precisissimi, al punto
che tranciava una fune da 20 metri con un colpo della sua
Colt, nessun problema, e sempre al primo colpo. Sarà stato
ferito ad una spalla uno zilione di volte, al punto che,
poveretto, doveva essere sciancato come un olivo colpito da
un fulmine. Macché, neanche un dolorino alla spalla.
E poi era capo della tribù Navajos, intelligentissimo,
astutissimo, insomma un superuomo. Dovevano ancora arrivare
i fumetti Marvel, con gli eroi che erano sì super, ma
avevano qualche debolezza umana, tipo Devil che era cieco o
l'omoragno che era timido con le donne e doveva rattopparsi
il costume da supereroe con ago e filo la sera e poi era un
incompreso e tutti lo consideravano con sospetto, porello. O
Silver Surfer che scontava la condanna di non potersi
allontanare dalla Terra e ogni tanto veniva preso dallo
sconforto. O i fantaquattro con il povero Ben (la cosa) che
non si poteva ritrasformare in omo ed era per questo
'ncazzatissimo. ecc.
Io leggevo Zagor, sul quale ironizzavo meno di una settimana
fa con un amico per il suo ambiguo rapporto con Cico (mah...)
condivido, e condividevo già da bambino, questa allergia ai
would-be "VINCENTI".
Di fatti nel mondo Marvel, i miei preferiti erano Hulk,
Sub-Mariner e Adam Warlock.
Odiavo i western e tenevo sempre per i nativi americani, etc etc
Tex ... non ho mai potuto leggerne uno intero consecutivo.
Zagor era in effetti affascinante come ambientazione,
lugubre e misteriosa (non ne avevo ma ne aveva centinaia un
mio "amico" o quel che era).
Direi che Chico è l'equivalente di Sancho Panza, uno
sparring partner.

P.S.
non mi dispiacerebbe (ma andrà deserto, e non lo faccio)
aprire un altro 3D su quelle che io chiamo (e non so se sia
il loro nome né se abbiano una dignità di categoria
"ufficiale") i PERSONAGGI FUNZIONALI.
Degli sparring partners dei pezzi grossi.
Io talvolta li uso anche in modo "cinico".
Non sempre sono marginali in senso quantitativo, ma spesso
sono personaggi piatti e stereotipati, con un chiarissimo
mandato limitato e poca libertà di manovra, prevedibili, che
servono solo a far risaltare una qualche virtù o difetto di
altre figure preminenti. Sono quindi persone incomplete,
come manichini con qualcosa appiccicato giusto per le scene
che devono girare e stop. Sono quindi anche in un certo modo
"a misura" dei veri protagonisti.

Voi ne usate ? Vi fate scrupoli ad abusare dei personaggi, o
siete cinici pure voi ?
Post by Dan
Comunque grazie per il tuffo nel passato di IAS, che è una
piccola miniera d'oro.
Dan
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
So
Dan
2022-05-31 08:50:38 UTC
Permalink
Post by Dan
Io leggevo Zagor, sul quale ironizzavo meno di una settimana fa con un
amico per il suo ambiguo rapporto con Cico (mah...)
condivido, e condividevo già da bambino, questa allergia ai would-be
"VINCENTI".
Di fatti nel mondo Marvel, i miei preferiti erano Hulk, Sub-Mariner e
Adam Warlock.
Odiavo i western e tenevo sempre per i nativi americani, etc etc
Tex ... non ho mai potuto leggerne uno intero consecutivo.
Zagor era in effetti affascinante come ambientazione, lugubre e
misteriosa (non ne avevo ma ne aveva centinaia un mio "amico" o quel che
era).
Direi che Chico è l'equivalente di Sancho Panza, uno sparring partner.
P.S.
non mi dispiacerebbe (ma andrà deserto, e non lo faccio) aprire un altro
3D su quelle che io chiamo (e non so se sia il loro nome né se abbiano
una dignità di categoria "ufficiale") i PERSONAGGI FUNZIONALI.
Degli sparring partners dei pezzi grossi.
Io talvolta li uso anche in modo "cinico".
Non sempre sono marginali in senso quantitativo, ma spesso sono
personaggi piatti e stereotipati, con un chiarissimo mandato limitato e
poca libertà di manovra, prevedibili, che servono solo a far risaltare
una qualche virtù o difetto di altre figure preminenti. Sono quindi
persone incomplete, come manichini con qualcosa appiccicato giusto per
le scene che devono girare e stop. Sono quindi anche in un certo modo "a
misura" dei veri protagonisti.
Voi ne usate ? Vi fate scrupoli ad abusare dei personaggi, o siete
cinici pure voi ?
Se c'è una tecnica che mi disturba assai è quel modo di introdurre i
personaggi di certi autori, soprattutto di letteratura popolare americana.

"Joe stava seduto sul suo lussuoso yacht ormeggiato a Portofino.
Consultò il Rolex che teneva al polso, sorseggiando un Moscow Mule
mentre guardava verso il molo. Joe aveva subito abusi da bambino da
parte dello zio, ma aveva saputo gettarsi tutto alle spalle ed oggi era
un affermato uomo d'affari. Tuttavia era diventato cinico e
spregiudicato, e nessun sentimento appariva mai nei suoi gelidi occhi
azzurro ghiaccio.
Finalmente dal molo vide spuntare la snella figura di Jill, inguainata
in un miniabito di Versace. Jill era una ex attricetta i cui sogni si
erano infranti non appena aveva fatto ingresso nel mondo del cinema. Il
suo primo marito era un regista di scarso talento che le aveva promesso
la fama, ma nessuna fama era giunta e così Jill l'aveva lasciato per
fuggire con un macchinista. Ma nemmeno questo rapporto era durato e
Jill..." ecc. ecc.

Sono personaggi di cartone, che l'autore tenta di umanizzare con qualche
caratterizzazione di tipo psicologico molto convenzionale e che trovo
abbastanza vomitevole. Questione di gusti, immagino.

Quando introduco un personaggio funzionale, devo ammettere che non lo
descrivo neanche. Non c'è motivo di caratterizzarlo se non ha un ruolo
preciso nella vicenda. Se il mio personaggio "organico" (protagonista,
co-protagonista...) va alla stazione di polizia a fare una denuncia, non
comincio a descrivere il funzionario che la raccoglie con fuffa del tipo
"Greg lavorava in polizia da quasi trent'anni. Da bambino..." ecc. ecc.

Detto questo, è abbastanza difficile tracciare una linea netta tra
personaggi veri e propri e "sparring partner".

Io tendo a caratterizzare i personaggi attraverso i dialoghi. Il
personaggio funzionale "si definisce da sé", ovvero può essere
funzionale in maggiore o minor misura. Se il funzionario di polizia
c'entra nella vicenda solo perché "deve" esserci un funzionario che
raccoglie la denuncia, beh non lo definisco affatto. Una pennellata, due
frasi convenzionali e via.
Se però un personaggio funzionale interagisce in misura cospicua con la
vicenda, qualcosa dovrò fargli dire e fare, e queste cose che fa e che
dice lo definiranno. Ed eccoci al punto: se quello che dice e fa il PF è
tutto scontato e convenzionale, e può benissimo capitare, è molto meglio
usarlo in questo modo "limitato", invece di volergli appiccicare addosso
a tutti i costi una lacrimevole vicenda pregressa, solo per
"umanizzarlo" in modo fittizio.

Quindi, arrivo faticosamente alla conclusione, direi che li uso.

Magari potremmo postare qualche esempio. Tra l'altro, non ci avevo mai
pensato in modo analitico, questa risposta è fatta a caldo, grazie per
lo spunto di riflessione.
Dan
Soviet_Mario
2022-06-01 01:08:59 UTC
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Post by Dan
Post by Soviet_Mario
Post by Dan
Io leggevo Zagor, sul quale ironizzavo meno di una
settimana fa con un amico per il suo ambiguo rapporto con
Cico (mah...)
condivido, e condividevo già da bambino, questa allergia
ai would-be "VINCENTI".
Di fatti nel mondo Marvel, i miei preferiti erano Hulk,
Sub-Mariner e Adam Warlock.
Odiavo i western e tenevo sempre per i nativi americani,
etc etc
Tex ... non ho mai potuto leggerne uno intero consecutivo.
Zagor era in effetti affascinante come ambientazione,
lugubre e misteriosa (non ne avevo ma ne aveva centinaia
un mio "amico" o quel che era).
Direi che Chico è l'equivalente di Sancho Panza, uno
sparring partner.
P.S.
non mi dispiacerebbe (ma andrà deserto, e non lo faccio)
aprire un altro 3D su quelle che io chiamo (e non so se
sia il loro nome né se abbiano una dignità di categoria
"ufficiale") i PERSONAGGI FUNZIONALI.
Degli sparring partners dei pezzi grossi.
Io talvolta li uso anche in modo "cinico".
Non sempre sono marginali in senso quantitativo, ma spesso
sono personaggi piatti e stereotipati, con un chiarissimo
mandato limitato e poca libertà di manovra, prevedibili,
che servono solo a far risaltare una qualche virtù o
difetto di altre figure preminenti. Sono quindi persone
incomplete, come manichini con qualcosa appiccicato giusto
per le scene che devono girare e stop. Sono quindi anche
in un certo modo "a misura" dei veri protagonisti.
Voi ne usate ? Vi fate scrupoli ad abusare dei personaggi,
o siete cinici pure voi ?
Se c'è una tecnica che mi disturba assai è quel modo di
introdurre i personaggi di certi autori, soprattutto di
letteratura popolare americana.
"Joe stava seduto sul suo lussuoso yacht ormeggiato a
Portofino. Consultò il Rolex che teneva al polso,
sorseggiando un Moscow Mule mentre guardava verso il molo.
Joe aveva subito abusi da bambino da parte dello zio, ma
aveva saputo gettarsi tutto alle spalle ed oggi era un
affermato uomo d'affari. Tuttavia era diventato cinico e
spregiudicato, e nessun sentimento appariva mai nei suoi
gelidi occhi azzurro ghiaccio.
Finalmente dal molo vide spuntare la snella figura di Jill,
inguainata in un miniabito di Versace. Jill era una ex
attricetta i cui sogni si erano infranti non appena aveva
fatto ingresso nel mondo del cinema. Il suo primo marito era
un regista di scarso talento che le aveva promesso la fama,
ma nessuna fama era giunta e così Jill l'aveva lasciato per
fuggire con un macchinista. Ma nemmeno questo rapporto era
durato e Jill..." ecc. ecc.
M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O ! ! !
semplicemente da manuale.
Post by Dan
Sono personaggi di cartone, che l'autore tenta di umanizzare
con qualche caratterizzazione di tipo psicologico molto
convenzionale e che trovo abbastanza vomitevole. Questione
di gusti, immagino.
sì sì, capisco, ma non non sono sicuro di avere ben
descritto il contesto.
Ad es., nel tuo grandioso esempio, chi dei due lo
classifichi personaggio funzionale ?

Mi spiego meglio, non intendevo funzionali "alla storia", al
fatto di scrivere, ma "funzionali tra loro", ossia costruire
sparring partners su misura.
E caratterizzati lo stretto essenziale per svolgere la loro
funzione (che è complementare, o di intralcio, a qualche
necessità degli attori di prima grandezza)
Post by Dan
Quando introduco un personaggio funzionale, devo ammettere
che non lo descrivo neanche. Non c'è motivo di
caratterizzarlo se non ha un ruolo preciso nella vicenda.
e allora non mi ero spiegato.
Ce l'ha il ruolo preciso.
Il punto è proprio che chiamo FUNZIONALI de personaggi
stereotipati che implementano solo poche funzioni, quelle
che servono ad esigenze di altri, hanno un mandato limitato
e preciso da assolvere.
Post by Dan
Se
il mio personaggio "organico" (protagonista,
co-protagonista...) va alla stazione di polizia a fare una
denuncia, non comincio a descrivere il funzionario che la
raccoglie con fuffa del tipo "Greg lavorava in polizia da
quasi trent'anni. Da bambino..." ecc. ecc.
beh quello lo definirei solo una comparsa, non un
personaggio funzionale.
Post by Dan
Detto questo, è abbastanza difficile tracciare una linea
netta tra personaggi veri e propri e "sparring partner".
naturalmente è vero.
Credo però che solo un autore di buono spessore riesca ad
avere un grande "range" di sviluppo dei vari personaggi.
Presumo (idea mia, nata da autopercezione) che un autore
medio riesca a gestire poche "categorie" : star di prima
grandezza, di seconda grandezza, comparse, personaggi
funzionali o di complemento.

Poi a volte si perde il controllo di qualcosa e qualche
stella tramonta, e qualche personaggetto da la scalata.
Capita, non tutto è programmabile.
Ho usato qualche personaggio funzionale in cui ho preso
gusto e che è debordato in senso QUANTITATIVO (e gioco forza
un po' anche acquisendo più spessore) al di là delle
intenzioni principali.
Post by Dan
Io tendo a caratterizzare i personaggi attraverso i
dialoghi.
io invece ... boh :D no, non saprei dire.
Sui protagonisti è un mix di dialoghi e di "voce narrante
impersonale" di cui non saprei quantificare i contributi. E
lo stesso dicasi per i "funzionali".
Post by Dan
Il personaggio funzionale "si definisce da sé",
Post by Soviet_Mario
ovvero può essere funzionale in maggiore o minor misura.
sei meno "drakoniano" di me allora, nel senso di più
equilibrato. Io ho delle tendenze all'estremizzazione
notevolmente forti. E non solo nei personaggi funzionali.
Invero anche i miei protagonisti sono stereotipati molto spesso.
Post by Dan
Se
il funzionario di polizia c'entra nella vicenda solo perché
"deve" esserci un funzionario che raccoglie la denuncia, beh
non lo definisco affatto. Una pennellata, due frasi
convenzionali e via.
sì sì, ma questa è la classica comparsa
Post by Dan
Se però un personaggio funzionale interagisce in misura
cospicua con la vicenda, qualcosa dovrò fargli dire e fare,
e queste cose che fa e che dice lo definiranno.
sì, ma io mi chiedevo se ti ponessi il problema di
"umiliare" un personaggio, facendogli fare quasi sempre cose
simili, perché lui/lei serve soltanto per quello alle
esigenze "superiori".
Cioè il mio dubbio è se "stereotipare" ed appiattire creasse
problemi di coscienza. Non tanto di gusto, proprio di
abusare di figure create in modo così spregiudicato
Post by Dan
Ed eccoci al
punto: se quello che dice e fa il PF è tutto scontato e
convenzionale, e può benissimo capitare, è molto meglio
usarlo in questo modo "limitato", invece di volergli
appiccicare addosso a tutti i costi una lacrimevole vicenda
pregressa, solo per "umanizzarlo" in modo fittizio.
ah ! interessante.
In genere in effetti li uso e abuso così, grettamente.
Qualche volta però, un paio di figure del genere che si sono
espanse troppo, poi mi sono sentito in dovere di ispessirle,
e di motivare il perché erano così com'erano, di
giustificare le loro idiosincrasie etc.
Post by Dan
Quindi, arrivo faticosamente alla conclusione, direi che li
uso.
Magari potremmo postare qualche esempio.
eh, boh ... non credo che estratti chiarirebbero. Andrebbe
scritto qualcosa fatto per essere piccolo già alla fonte.
Post by Dan
Tra l'altro, non ci
avevo mai pensato in modo analitico, questa risposta è fatta
a caldo, grazie per lo spunto di riflessione.
a te. Anche del bellissimo esempio iniziale. Sei stato
severissimo e acidissimo, ma adoro queste stigmatizzazioni
:D :D :D
anzi mo' me le rileggo di nuovo :D
Post by Dan
Dan
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le p
Dan
2022-06-07 19:55:21 UTC
Permalink
Post by Dan
Post by Dan
Io leggevo Zagor, sul quale ironizzavo meno di una settimana fa con
un amico per il suo ambiguo rapporto con Cico (mah...)
condivido, e condividevo già da bambino, questa allergia ai would-be
"VINCENTI".
Di fatti nel mondo Marvel, i miei preferiti erano Hulk, Sub-Mariner e
Adam Warlock.
Odiavo i western e tenevo sempre per i nativi americani, etc etc
Tex ... non ho mai potuto leggerne uno intero consecutivo.
Zagor era in effetti affascinante come ambientazione, lugubre e
misteriosa (non ne avevo ma ne aveva centinaia un mio "amico" o quel
che era).
Direi che Chico è l'equivalente di Sancho Panza, uno sparring partner.
P.S.
non mi dispiacerebbe (ma andrà deserto, e non lo faccio) aprire un
altro 3D su quelle che io chiamo (e non so se sia il loro nome né se
abbiano una dignità di categoria "ufficiale") i PERSONAGGI FUNZIONALI.
Degli sparring partners dei pezzi grossi.
Io talvolta li uso anche in modo "cinico".
Non sempre sono marginali in senso quantitativo, ma spesso sono
personaggi piatti e stereotipati, con un chiarissimo mandato limitato
e poca libertà di manovra, prevedibili, che servono solo a far
risaltare una qualche virtù o difetto di altre figure preminenti.
Sono quindi persone incomplete, come manichini con qualcosa
appiccicato giusto per le scene che devono girare e stop. Sono quindi
anche in un certo modo "a misura" dei veri protagonisti.
Voi ne usate ? Vi fate scrupoli ad abusare dei personaggi, o siete
cinici pure voi ?
Se c'è una tecnica che mi disturba assai è quel modo di introdurre i
personaggi di certi autori, soprattutto di letteratura popolare americana.
"Joe stava seduto sul suo lussuoso yacht ormeggiato a Portofino.
Consultò il Rolex che teneva al polso, sorseggiando un Moscow Mule
mentre guardava verso il molo. Joe aveva subito abusi da bambino da
parte dello zio, ma aveva saputo gettarsi tutto alle spalle ed oggi
era un affermato uomo d'affari. Tuttavia era diventato cinico e
spregiudicato, e nessun sentimento appariva mai nei suoi gelidi occhi
azzurro ghiaccio.
Finalmente dal molo vide spuntare la snella figura di Jill, inguainata
in un miniabito di Versace. Jill era una ex attricetta i cui sogni si
erano infranti non appena aveva fatto ingresso nel mondo del cinema.
Il suo primo marito era un regista di scarso talento che le aveva
promesso la fama, ma nessuna fama era giunta e così Jill l'aveva
lasciato per fuggire con un macchinista. Ma nemmeno questo rapporto
era durato e Jill..." ecc. ecc.
M-E-R-A-V-I-G-L-I-O-S-O  ! ! !
semplicemente da manuale.
Post by Dan
Sono personaggi di cartone, che l'autore tenta di umanizzare con
qualche caratterizzazione di tipo psicologico molto convenzionale e
che trovo abbastanza vomitevole. Questione di gusti, immagino.
sì sì, capisco, ma non non sono sicuro di avere ben descritto il contesto.
Ad es., nel tuo grandioso esempio, chi dei due lo classifichi
personaggio funzionale ?
Occazzo, ecco che mi fai concettualizzare... :-) ehm direi che ancora
non si sa. Spetta un momento diobono. Ho appena introdotto due figurine
di cartone e tu già mi chiedi chi è il funzionale... eehhh!
Mi spiego meglio, non intendevo funzionali "alla storia", al fatto di
scrivere, ma "funzionali tra loro", ossia costruire sparring partners su
misura.
E caratterizzati lo stretto essenziale per svolgere la loro funzione
(che è complementare, o di intralcio, a qualche necessità degli attori
di prima grandezza)
Post by Dan
Quando introduco un personaggio funzionale, devo ammettere che non lo
descrivo neanche. Non c'è motivo di caratterizzarlo se non ha un ruolo
preciso nella vicenda.
e allora non mi ero spiegato.
Ce l'ha il ruolo preciso.
Il punto è proprio che chiamo FUNZIONALI de personaggi stereotipati che
implementano solo poche funzioni, quelle che servono ad esigenze di
altri, hanno un mandato limitato e preciso da assolvere.
Infatti mi sa che non avevo capito bene il concetto di personaggio
funzionale. Io l'avevo assimilato alla comparsa.
Post by Dan
Se il mio personaggio "organico" (protagonista, co-protagonista...) va
alla stazione di polizia a fare una denuncia, non comincio a
descrivere il funzionario che la raccoglie con fuffa del tipo "Greg
lavorava in polizia da quasi trent'anni. Da bambino..." ecc. ecc.
beh quello lo definirei solo una comparsa, non un personaggio funzionale.
Post by Dan
Detto questo, è abbastanza difficile tracciare una linea netta tra
personaggi veri e propri e "sparring partner".
naturalmente è vero.
Credo però che solo un autore di buono spessore riesca ad avere un
grande "range" di sviluppo dei vari personaggi.
Presumo (idea mia, nata da autopercezione) che un autore medio riesca a
gestire poche "categorie" : star di prima grandezza, di seconda
grandezza, comparse, personaggi funzionali o di complemento.
Poi a volte si perde il controllo di qualcosa e qualche stella tramonta,
e qualche personaggetto da la scalata. Capita, non tutto è programmabile.
Ho usato qualche personaggio funzionale in cui ho preso gusto e che è
debordato in senso QUANTITATIVO (e gioco forza un po' anche acquisendo
più spessore) al di là delle intenzioni principali.
Io ho il sospetto che questa categoria dei personaggi funzionali sia una
tua creazione.
Tu stai dicendo in pratica che quando un personaggio è limitato,
improbabile, privo di spessore e stereotipato, esso non è semplicemente
un personaggio "brutto", viene nobilitato dall'appartenenza ad una ben
precisa categoria di personaggi: i personaggi funzionali, destinatari di
una qualche dignità. Ma in che modo non sono semplicemente degli
artifici (bruttini)?
Questa obbiezione naturalmente cade completamente quando il tono del
racconto sia volutamente di un certo tipo. Hai presente la letteratura
epica, il piè-veloce Achille ecc.? Lì la tipizzazione dei personaggi ha
un senso, come potrebbe averlo in racconti fantasy di tipo epico. In
tale contesto l'epos prende il sopravvento e i personaggi possono essere
ridotti allo stereotipo di se stessi, magari esclusi i pochi comprimari
dei quali il lettore può condividere qualche emozione, mentre tutto
attorno il vero protagonista è un qualche oscuro destino, un capriccio
degli dei, e le figure umane sono apprezzabili solo per il loro eroismo
o la loro saggezza, (non per la fortuna).
Post by Dan
Io tendo a caratterizzare i personaggi attraverso i dialoghi.
io invece ... boh :D no, non saprei dire.
Sui protagonisti è un mix di dialoghi e di "voce narrante impersonale"
di cui non saprei quantificare i contributi. E lo stesso dicasi per i
"funzionali".
Post by Dan
Il personaggio funzionale "si definisce da sé", >ovvero può essere
funzionale in maggiore o minor misura.
sei meno "drakoniano" di me allora, nel senso di più equilibrato. Io ho
delle tendenze all'estremizzazione notevolmente forti. E non solo nei
personaggi funzionali.
Invero anche i miei protagonisti sono stereotipati molto spesso.
Post by Dan
Se il funzionario di polizia c'entra nella vicenda solo perché "deve"
esserci un funzionario che raccoglie la denuncia, beh non lo definisco
affatto. Una pennellata, due frasi convenzionali e via.
sì sì, ma questa è la classica comparsa
e infatti io avevo fatto l'uguaglianza personaggio funzionale = comparsa.
Post by Dan
Se però un personaggio funzionale interagisce in misura cospicua con
la vicenda, qualcosa dovrò fargli dire e fare, e queste cose che fa e
che dice lo definiranno.
sì, ma io mi chiedevo se ti ponessi il problema di "umiliare" un
personaggio, facendogli fare quasi sempre cose simili, perché lui/lei
serve soltanto per quello alle esigenze "superiori".
Cioè il mio dubbio è se "stereotipare" ed appiattire creasse problemi di
coscienza. Non tanto di gusto, proprio di abusare di figure create in
modo così spregiudicato
Ma sai che, in effetti, ho sempre un certo rispetto per il personaggio!?
Devo ammettere.
Io ora che ci penso il problema dei personaggi me lo pongo. Come una
specie di responsabilità, di attenzione.
Oooh adesso scopro di essere uno scrittore psicopatico. ;-)
Direi che quindi tendo a non usare PF, ma uso abitualmente delle
comparse, e cerco di limitare al massimo il numero di personaggi.

Un personaggio se non è una mera comparsa dovrebbe avere sempre una sua
definizione. Però anche qui è un casino: se i personaggi cominciano ad
essere decine, queste regole saltano.
Post by Dan
Ed eccoci al punto: se quello che dice e fa il PF è tutto scontato e
convenzionale, e può benissimo capitare, è molto meglio usarlo in
questo modo "limitato", invece di volergli appiccicare addosso a tutti
i costi una lacrimevole vicenda pregressa, solo per "umanizzarlo" in
modo fittizio.
ah ! interessante.
In genere in effetti li uso e abuso così, grettamente. Qualche volta
però, un paio di figure del genere che si sono espanse troppo, poi mi
sono sentito in dovere di ispessirle, e di motivare il perché erano così
com'erano, di giustificare le loro idiosincrasie etc.
La responsabilità verso il personaggio alla fine giunge!... :-)
Soviet_Mario
2022-06-08 13:59:52 UTC
Permalink
CUT
Post by Dan
Post by Soviet_Mario
sì sì, capisco, ma non non sono sicuro di avere ben
descritto il contesto.
Ad es., nel tuo grandioso esempio, chi dei due lo
classifichi personaggio funzionale ?
Occazzo, ecco che mi fai concettualizzare... :-) ehm direi
che ancora non si sa. Spetta un momento diobono. Ho appena
introdotto due figurine di cartone e tu già mi chiedi chi è
il funzionale... eehhh!
ecco, appunto, hanno circa pari rango.

Io intendo che più che non lo "sviluppo" in profondità,
dettaglio ed ampiezza della presenza nel testo, definisco
funzionale un personaggio SUBORDINATO alle esigenze di un
altro, primario, e sviluppato solo nella misura necessaria a
svolgere il ruolo "funzionale"
Post by Dan
Post by Soviet_Mario
Mi spiego meglio, non intendevo funzionali "alla storia",
al fatto di scrivere, ma "funzionali tra loro", ossia
costruire sparring partners su misura.
E caratterizzati lo stretto essenziale per svolgere la
loro funzione (che è complementare, o di intralcio, a
qualche necessità degli attori di prima grandezza)
Post by Dan
Quando introduco un personaggio funzionale, devo
ammettere che non lo descrivo neanche. Non c'è motivo di
caratterizzarlo se non ha un ruolo preciso nella vicenda.
e allora non mi ero spiegato.
Ce l'ha il ruolo preciso.
Il punto è proprio che chiamo FUNZIONALI de personaggi
stereotipati che implementano solo poche funzioni, quelle
che servono ad esigenze di altri, hanno un mandato
limitato e preciso da assolvere.
Infatti mi sa che non avevo capito bene il concetto di
personaggio funzionale. Io l'avevo assimilato alla comparsa.
no, la comparsa risponde solo a esigenze generiche e temporanee.

Un funzionale è come il drone al seguito del "fighter" :D
Post by Dan
Post by Soviet_Mario
Post by Dan
Se il mio personaggio "organico" (protagonista,
co-protagonista...) va alla stazione di polizia a fare
una denuncia, non comincio a descrivere il funzionario
che la raccoglie con fuffa del tipo "Greg lavorava in
polizia da quasi trent'anni. Da bambino..." ecc. ecc.
beh quello lo definirei solo una comparsa, non un
personaggio funzionale.
Post by Dan
Detto questo, è abbastanza difficile tracciare una linea
netta tra personaggi veri e propri e "sparring partner".
naturalmente è vero.
Credo però che solo un autore di buono spessore riesca ad
avere un grande "range" di sviluppo dei vari personaggi.
Presumo (idea mia, nata da autopercezione) che un autore
medio riesca a gestire poche "categorie" : star di prima
grandezza, di seconda grandezza, comparse, personaggi
funzionali o di complemento.
Poi a volte si perde il controllo di qualcosa e qualche
stella tramonta, e qualche personaggetto da la scalata.
Capita, non tutto è programmabile.
Ho usato qualche personaggio funzionale in cui ho preso
gusto e che è debordato in senso QUANTITATIVO (e gioco
forza un po' anche acquisendo più spessore) al di là delle
intenzioni principali.
Io ho il sospetto che questa categoria dei personaggi
funzionali sia una tua creazione.
mah ... no dai, è solo una questione terminologica.
Post by Dan
Tu stai dicendo in pratica che quando un personaggio è
limitato, improbabile, privo di spessore e stereotipato,
esso non è semplicemente un personaggio "brutto", viene
nobilitato dall'appartenenza ad una ben precisa categoria di
personaggi: i personaggi funzionali, destinatari di una
qualche dignità. Ma in che modo non sono semplicemente degli
artifici (bruttini)?
no, mica è ovvia la corrispondenza. Un personaggio
funzionale viene CREATO ab-initio appositamente per
rispondere alle necessità di qualche altro di maggiore
grandezza, e progettato solo nella misura necessaria al suo
ruolo. Questo lo lascia in effetti più "incompleto" che non
piatto e cartonato. Ma stereotipato sì, può essere.
Post by Dan
Questa obbiezione naturalmente cade completamente quando il
tono del racconto sia volutamente di un certo tipo. Hai
presente la letteratura epica, il piè-veloce Achille ecc.?
Lì la tipizzazione dei personaggi ha un senso, come potrebbe
averlo in racconti fantasy di tipo epico.
esatto. Il problema degli stereotipi o ARCHETIPI (o usando
la lingua musicale) è lo "stile" portante della mia famiglia
di libri paralleli (la plurilogia), laddove i leitmotif sono
equiparati a "building blocks" con caratteristiche omologhe
nelle diverse branche e più o meno differenziate (processo
di "fork", dal gergo informatico).
Post by Dan
In tale contesto
l'epos prende il sopravvento e i personaggi possono essere
ridotti allo stereotipo di se stessi, magari esclusi i pochi
comprimari dei quali il lettore può condividere qualche
emozione, mentre tutto attorno il vero protagonista è un
qualche oscuro destino, un capriccio degli dei, e le figure
umane sono apprezzabili solo per il loro eroismo o la loro
saggezza, (non per la fortuna).
ecco, questo è già più vicino, ma hai allargato il campo
anche, e forse ancor più, ai PROTAGONISTI imho. Ed in
effetti la prototipizzazione la faccio anche sui
protagonisti. Non sono mai personaggi completi e credibili,
assolvono al loro ruolo, interpretano la categoria generale
di cui fanno parte. Ma su di loro non mi faccio scrupoli,
perché in genere sono grandi nel bene o grandi nel male, ma
hanno una loro "dignità".
I funzionali invece, specie le femmine, le maltratto un
pochino :\ ohi ohi

(oh, ho anche eroine eh, alquanto fulgide ed indomite, mica
solo servette)
Post by Dan
Post by Soviet_Mario
Post by Dan
Io tendo a caratterizzare i personaggi attraverso i
dialoghi.
io invece ... boh :D no, non saprei dire.
Sui protagonisti è un mix di dialoghi e di "voce narrante
impersonale" di cui non saprei quantificare i contributi.
E lo stesso dicasi per i "funzionali".
Post by Dan
Il personaggio funzionale "si definisce da sé", >ovvero
può essere funzionale in maggiore o minor misura.
sei meno "drakoniano" di me allora, nel senso di più
equilibrato. Io ho delle tendenze all'estremizzazione
notevolmente forti. E non solo nei personaggi funzionali.
Invero anche i miei protagonisti sono stereotipati molto
spesso.
Post by Dan
Se il funzionario di polizia c'entra nella vicenda solo
perché "deve" esserci un funzionario che raccoglie la
denuncia, beh non lo definisco affatto. Una pennellata,
due frasi convenzionali e via.
sì sì, ma questa è la classica comparsa
e infatti io avevo fatto l'uguaglianza personaggio
funzionale = comparsa.
forse avrei dovuto parlare di personaggi subordinati alle
esigenze narrative di altri personaggi, e quindi maltrattati
e stiracchiati come occorre. Il che va a scapito della
credibilità come "persone complete".
Come mi hai fatto notare col tuo paragone di Achille e delle
opere greche, in effetti lo faccio anche coi protagonisti
(ho pochissimi personaggi credibili e quasi mai i
principali), ma nel loro caso manco mi pongo il problema di
coscienza.
Sono personaggi "didattici" : devono trasportare il senso
complessivo della storia, il messaggio
Post by Dan
Post by Soviet_Mario
Post by Dan
Se però un personaggio funzionale interagisce in misura
cospicua con la vicenda, qualcosa dovrò fargli dire e
fare, e queste cose che fa e che dice lo definiranno.
sì, ma io mi chiedevo se ti ponessi il problema di
"umiliare" un personaggio, facendogli fare quasi sempre
cose simili, perché lui/lei serve soltanto per quello alle
esigenze "superiori".
Cioè il mio dubbio è se "stereotipare" ed appiattire
creasse problemi di coscienza. Non tanto di gusto, proprio
di abusare di figure create in modo così spregiudicato
Ma sai che, in effetti, ho sempre un certo rispetto per il
personaggio!? Devo ammettere.
eh appunto ! Anche a me scatta il problema.
Ad essere del tutto sincero, non tanto per il personaggio in
sé, ma per la luce negativa che l'abuso di personaggio,
potrebbe, indirettamente ... si è capito, eh :D :D :D
Post by Dan
Io ora che ci penso il problema dei personaggi me lo pongo.
Come una specie di responsabilità, di attenzione.
Oooh adesso scopro di essere uno scrittore psicopatico. ;-)
no no ! Anzi ... è il timore mio quello ! Che uno legga e
dica : ma questo deve essere proprio una merda, se
"concepisce" che un personaggio possa subire queste angherie
! Mica narra vicende vere, le inventa, le ha concepite lui :
allora è una merda.
Post by Dan
Direi che quindi tendo a non usare PF, ma uso abitualmente
delle comparse, e cerco di limitare al massimo il numero di
personaggi.
Un personaggio se non è una mera comparsa dovrebbe avere
sempre una sua definizione. Però anche qui è un casino: se i
personaggi cominciano ad essere decine, queste regole saltano.
MOLTE decine, sovente.
Ma per darti un'idea dell'ordine di grandezza, la Plurilogia
(5 libri e mezzo, esclusi due sequel impostati a metà)
sfiora per ora 3800 pagine. Normale che la numerosità dei
personaggi sia gestibile a fatica (a suon di glossari,
tabelle e quanto. Mi son fatto persino un programma con
openSCAD per rappresentare i "profili caratteriali"
graficamente pescando dati da tabelle numeriche, pensa te.
Post by Dan
Post by Soviet_Mario
Post by Dan
Ed eccoci al punto: se quello che dice e fa il PF è tutto
scontato e convenzionale, e può benissimo capitare, è
molto meglio usarlo in questo modo "limitato", invece di
volergli appiccicare addosso a tutti i costi una
lacrimevole vicenda pregressa, solo per "umanizzarlo" in
modo fittizio.
ah ! interessante.
In genere in effetti li uso e abuso così, grettamente.
Qualche volta però, un paio di figure del genere che si
sono espanse troppo, poi mi sono sentito in dovere di
ispessirle, e di motivare il perché erano così com'erano,
di giustificare le loro idiosincrasie etc.
La responsabilità verso il personaggio alla fine giunge!... :-)
chissà, se inventeranno il reato di abuso di figura inventata.
Beh, tanto quando sarà solo l'anonimato mi salverà
dall'incriminazione gravissima di non avere incluso nessun
personaggio di colore scuro, e di avere introdotto varie
lesbiche ma nessun gay maschio. Ce ne sarebbe per un
linciaggio in pubblica piazza.


--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Dan
2022-06-09 20:17:47 UTC
Permalink
Io intendo che più che non lo "sviluppo" in profondità, dettaglio ed
ampiezza della presenza nel testo, definisco funzionale un personaggio
SUBORDINATO alle esigenze di un altro, primario, e sviluppato solo nella
misura necessaria a svolgere il ruolo "funzionale"
Ok, chiarito questo, allora devo di nuovo cambiare la mia originaria
affermazione:
Si, li uso
modificata successivamente in:
no, non li uso
riportandola all'originale:
sì, li uso.
Ripensando alla questione e applicando la nuova categoria "personaggio
funzionale" ho scoperto con orrore che un mio personaggio (tale
Cattaneo) è a tutti gli effetti un PF. E' un burocrate di una
organizzazione in cui è stato infilato grazie a raccomandazioni, e
mantiene contatti poco chiari con una potente Famiglia siciliana.
Dato che l'originalità non ci manca, siore e siori, la trama comprende
questo giovane pilota destinato alla prima missione umana extramarziana,
ahimé rampollo di una nota famiglia con vaghe appartenenze di stile mafioso.
Quando riesce faticosamente a conquistarsi un posto all'accademia
militare per diventare astronauta viene convocato da questo Cattaneo,
che neanche conosceva, e scopre che la lunga mano della Famiglia
controlla ogni sua mossa.
Ecco come ho trattato il Cattaneo:
Minima caratterizzazione, nessuna descrizione dell'aspetto fisico del
Cattaneo.
-------------------
«Spero che tu ti trovi bene qui...» cominciò Cattaneo, facendo cenno di
sedermi con un sorriso.
Dopo i convenevoli di rito scoprii che anche Cattaneo era di Catania, e
manco a dirlo era in stretto contatto con parecchi personaggi importanti
della Famiglia. Io mi scervellavo per capire quali misteriosi interessi
potesse avere la Famiglia nelle imprese spaziali, senza riuscirci.
Il mio interlocutore parlava con tono di grande cortesia e sottolineava
le sue parole con piccoli gesti delle mani, (come facciamo sempre noi
italiani) oppure enfatizzando certe parole, come se fossero allusioni a
qualcosa di misterioso di cui non si potesse parlare apertamente. A
volte taceva significativamente, come per assicurarsi che le
implicazioni di quello che andava dicendo fossero ben chiare nella mente
di chi lo ascoltava.
-------------------
Dato che il racconto è in prima persona, qui inserisco le considerazioni
del protagonista:
-------------------
Il risultato fu una conversazione surreale, in cui io capivo pochissimo
ma fingevo di comprendere tutto alla perfezione, ed ero in realtà
propenso a pensare che Cattaneo, con tutte le sue arie da cospiratore e
allusioni, fosse un perfetto deficiente.
--------------------
Ahimé vedo che non sto trattando troppo bene il Cattaneo, il
protagonista (cioè il lettore) già lo ha inquadrato (male).
---------------------
«La Famiglia è molto fiera di te», diceva intanto Cattaneo, «e anche se
hai tutte le carte in regola per essere stato ammesso, mmm, non è stato
facile farti entrare qua dentro». E qui una strizzatina d'occhio.
Mi sentii svuotato. «Come sarebbe... farmi entrare qua dentro!»
balbettai. «Sono qui grazie alla borsa di studio che mi sono duramente
conquistato all'università, e non ho mai chiesto favori a nessuno».
Cattaneo continuò in tono leggero: «Ma certo, hai fatto tutto da solo,
eh io lo so, figurarsi se tu ti abbasseresti a chiedere un favore!
Orgoglioso, sei. E questo va bene. Ma la Famiglia ti tiene in gran
considerazione.» Un indice ammonitore esibito da Cattaneo fu
accompagnato da una significativa pausa.
...omissis...
Con un sorrisetto rassicurante intanto Cattaneo, anzi il cugino Alfredo,
stava proseguendo.
«La famiglia ti protegge. Pensa che avevano quasi deciso di mandare un
altro al posto tuo, un giovane molto brillante, un inglese, ovviamente
per motivi di opportunità diciamo politica, ma per fortuna un cugino
faceva parte della commissione per la valutazione delle domande e così
ha impedito che questa ingiustizia venisse perpetrata.»
...omissis...
Il colloquio con Cattaneo si chiuse cordialmente come era iniziato,
ecc. ecc.

Questo Cattaneo mi serve per presentare la situazione del protagonista e
per intervenire di tanto in tanto fornendo informazioni al medesimo.

Ahimè, sembra proprio un PF, e se penso alla maniera in cui l'ho
trattato, devo ammettere che è un po' privo di spessore. E' in effetti
un signor nessuno, però non è escluso che lo presenti meglio dopo, nelle
sue successive apparizioni. Vediamo come l'ho trattato all'incontro
successivo.
---------------------
Fui convocato da Cattaneo, che fu più fumoso che mai nelle sue
argomentazioni e nei riferimenti a imprecisate volontà esterne che
imponevano... misure straordinarie... ecc.
«In pratica il candidato italiano per la missione, l'astronauta
Giambardelli, con moltissime ore di permanenza nella stazione spaziale e
vasta esperienza, ha dovuto dare forfait per motivi di salute.» Era vero
e ne ero profondamente dispiaciuto. Avevo conosciuto Giambardelli
durante la mia unica permanenza nella stazione spaziale, durata poco
meno di un mese, e non c'era il minimo dubbio sul fatto che dovesse
essere lui il nostro rappresentante nazionale. Ogni nazione aveva
proposto i propri candidati per la missione e sarebbe stato politically
correct sceglierli in modo equilibrato tra le varie nazionalità.
«Ma adesso ti confiderò una cosa, mmm, questa missione secondo me manco
si farà.»
L'affermazione di Cattaneo confermava i più neri dubbi che circolavano
al centro dopo la notizia delle intenzioni degli americani. Dunque
eravamo fuori gioco?
«Non si farà?» risposi stupidamente, troppo scosso per pensare a
qualcosa di intelligente da dire.
«Mmm... qualcuno ha deciso così» concluse con tono da cospiratore
Cattaneo, guardandosi bene dal dire chi era quel qualcuno.
«Ma ci sarebbe una formalità, l'Italia ha bisogno di presentare un altro
candidato, anche se poi non se ne farà nulla, tu capisci, dobbiamo far
finta di niente, ma stai tranquillo, l'ultima cosa che rischi è partire
per Plutone»
Stavolta non mi venne niente da dire.
«Quindi guarda, numerose persone in Italia sono molto interessate a
sostenere questa cosa, mmm, la partecipazione italiana alla missione.
Come saprai parecchie nazioni europee si sono già tirate indietro, ma
l'Italia... l'Italia questo non deve farlo. Queste persone...» e qui
Cattaneo fece una pausa per farmi capire che quelle persone erano legate
alla Famiglia, avevano chissà quali interessi in comune, dagli appalti
per la costruzione di alloggi per il personale al trasporto dei
materiali... non so e non voglio sapere...
«... queste persone hanno investito capitali enormi in questa impresa e
bisogna impedire che tutti questi sforzi siano vanificati. Sarebbe una
rovina.»
Io lasciai uscire il fiato che avevo trattenuto e dissi con un filo di
voce: «Quindi dovrei presentarmi come candidato per la missione?»
Cattaneo assunse un'aria addolorata. «Come ti ho detto è una formalità,
si tratta solo di una candidatura politica, naturalmente tu non ti
muoverai di qui, non hai nulla da temere.»
-------------------------
Ecc. Ecc.
Non mi pare di aver migliorato la ragione di esistere del povero
Cattaneo: è un mero strumento convenzionale, di cui mi servo biecamente,
devo ammetterlo. Sigh.
Alla terza volta (che ometto per decenza) Cattaneo non si smentisce e
non migliora.
Sono quindi ora consapevole del fatto che ho creato un personaggio
bruttissimo, e che avrei fatto meglio a non caratterizzarlo affatto,
riassumendo le sue informazioni in due righe. Che mi fregava di
Cattaneo? Che bisogno avevo di creare un simile disgraziato? La verità è
che lo scrittore è in fondo un sadico, tutte le peripezie che fa vivere
ai suoi personaggi sono raffinate forme di tortura.
chissà, se inventeranno il reato di abuso di figura inventata.
Beh, tanto quando sarà solo l'anonimato mi salverà dall'incriminazione
gravissima di non avere incluso nessun personaggio di colore scuro, e di
avere introdotto varie lesbiche ma nessun gay maschio. Ce ne sarebbe per
un linciaggio in pubblica piazza.
Ayè :-)
Dan
Soviet_Mario
2022-06-10 00:24:22 UTC
Permalink
intanto ti ringrazio del sequitur, che attendevo.
E del pezzo.
Devo dire che è possibile che abbiamo età simili ed abbiamo
fatto una parte di letture simili. Perché (anche se credo
che tu scriva mediamente un po' meglio di me) scriviamo in
modo simile, e tante frasi me le vedo costruite in modo che
mi sembra naturalissimo. Intendo proprio "familiare". Se
scrivessi qualche parte di una mia storia, non sono sicuro
che saprei riconoscere dopo qualche tempo se l'hai scritta
tu. Non mi capita di frequente una cosa simile.

Altra cosa bizzarra che mi ha colpito : l'idea di ibridare
una tematica SciFi spaziale con una tematica mafiosa.

Ecco, pure in questo in uno dei miei libri (GEG di Napoli)
ho innestato un Napoletano (un tuttofare sfuggito di misura
ai giri della Camorra) in uno scenario fantasy con
Dimensioni Parallele, magia e vampiri. Volevo proprio che
gli ingredienti stridessero come cocci di vetro tritati, era
nato come sperimentazione, e poi è sfuggito di mano e ha
fatto come Ercole nella culla che ha strozzato i serpenti ed
è sopravvissuto.


Forte quell'"Orgoglioso sei" :D

Cmq sì : quel Cattaneo mi pare esattamente lo sparring
partner subordinato alle esigenze del protagonista e della
storia.

Però non percepisco nessuna angheria nei suoi confronti né
esigenza di ispessirlo.

Si intuisce che non ha e non deve avere ambizioni da Star, e
un lettore non ha aspettative di sorta su un personaggio
così (imho). È grigio.
Penserei che abbia ricevuto l'approfondimento che gli
spettava. Una via di mezzo tra protagonista e comparsa. Anzi
probabilmente volerlo caratterizzare a completo sortirebbe
l'effetto alla Hûgo quando parte per digressioni che dopo un
po' ti dici : per carità, beelle interessanti, ma quando
cazzo finiscono e si torna ad immergersi nel flusso principale ?

Diverso sarebbe sotto caratterizzare un personaggio con
caratteristiche estreme, tipo boh, un serial killer, un
veterano pluridecorato alla Rambo. Su personaggi con
marcatori di attenzione nitidi, probabilmente si ingenerano
più aspettative.
Mah.
Vabbè, a rileggerci prima o poi.

P.S.
c'entra una minchia, ma ... hai mai sentito parlare di SFT
(semi-fungible tokens) dedicati all'editoria ?
Tra l'altro ho visto che per i progenitori (NFT) sono
rappresentate TUTTE tutte tutte le arti, primarie e ludiche,
TRANNE la scrittura. E che porcoddue ! Immagini, video,
modelli 3D, carte da gioco, musica, eventi, tokenizzano
tutto, ma Ebooks sinora nisba.
Me ne sto interessando lentamente, anche se ad oggi ci
capisco ancora davvero poco


CUT
Post by Dan
Ayè :-)
Dan
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti

Continua a leggere su narkive:
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