Post by DanPost by Soviet_Marione conoscete qualcuno ?
Se sì, chi ?
Siccome sto completando le revisioni dei libri, mi sono
accorto di quanto ipertrofica sia in molte parti la Voce
Narrante in essi.
Vorrei assaggiare qualche autore (se esiste, penso di sì
ma non so nei generi specifici) praticamente privo di voce
narrante, dove l'intero scenario venga sviluppato
esclusivamente attraverso le esperienze dirette o
indirette dei personaggi che ci si muovono.
P.S. non che si allergico alla voce narrante, tutto
sommato mi piace. Quel che mi urta però è l'idea di non
saperne fare a meno :D
Infatti è un tema interessante. Ho letto in passato racconti
e romanzi senza voce narrante. Sono i racconti in prima
persona.
guarda, io la prima persona LA ODIO proprio, e
visceralmente. Ma non mi sembra essenziale, poiché cmq solo
uno dei personaggi, o solo uno alla volta, potrà parlare in
prima persona, e gli altri parleranno in terza. Non ci vedo
problemi a che tutti siano equiparati. LA ragione che mi fa
odiare la prima persona è sostanziale, ed è proprio questa
asimmetria tra i ruoli.
Cmq, ora che mi ci hai fatto riflettere (pensa, io nemmeno
ci avevo pensato alla prima persona ! un bias mentale
praticamente, rimozione freudiana), mi accorgo che anche la
terza persona è una forma, magari attenuata, di voce narrante.
Quindi la mia idea è "strictiori" inapplicabile.
Probabilmente dovrei ridurre le pretese a : come comprimere
al massimo la voce narrante ? Come strippare via tutte le
descrizioni (didascaliche) non agganciate all'esperienza
diretta dei vari personaggi ?
Post by DanHo sempre nutrito una profonda ammirazione per
questa tecnica narrativa, per esempio gli oggi illeggibili
romanzi di Dard (Sanantonio).
Dard si è concesso il lusso di scrivere una cinquantina, ma
forse più, di romanzetti della serie "Le Inchieste del
commissario Sanantonio", tutti rigorosamente in prima
persona e tutti di genere poliziesco (più o meno...) in cui
il lettore viene letteralmente calato in un presente in cui
procede passo passo con il protagonista.
La voce narrante in un romanzo tende a prendere il
sopravvento, più che altro perché l'autore si rompe le balle
e vuole concludere.
a me invece prende la mano perché voglio spiegare il
contesto, spiegare i background tecnologici, geopolitici,
tradizioni, luoghi anche lontani e quanto. Sono parecchio
didascalico. E devo dire che l'imprinting di Tolkien e
Asimov (e Herbert, Vance etc) mi risulta indelebile.
In genere ne tollero alte dosi (ma Hugo nei Miserabili
talvolta mi ha davvero sovrassaturato sino al rifiuto)
Post by DanCosì dopo una parte scoppiettante di dialoghi, situazioni
ecc. quando ormai più o meno si è esaurita l'ispirazione,
"Ma ormai la guerra contro Fptz e i crudeli p'rong volgeva
al termine. Dopo la disfatta di Kmol'har i nostri eroi dopo
lunghe peripezie tornarono a Rfng, i p'rong vennero
sconfitti e finalmente i cuccioli di zing poterono tornare
su Pkz. FINE".
:-) chi non ci è passato?
LOL.
Post by DanUna volta descritta l'eroica
azione del protagonista che salva la principessa Tryl e
tutta la storia della guerra, il restante milione di parole
da scrivere sulla disfatta dei p'rong, la fuga da Htog, la
sorte dei poveri cuccioli zing ecc. ecc. viene allegramente
saltato e oplà, finito.
Quindi la mia opinione è che la voce narrante vada dosata
accuratamente, e la mia ambizione è di non usarla affatto.
è difficile nella costruzione di mondi, se pretendi di
portare il lettore grossomodo allo stesso livello di
conoscenza dello scenario dell'autore, livello che non si
riesce a costruire dal parzialissimo "campionamento" della
realtà che i percorsi dei personaggi che si snodano in esso
consentono.
In sostanza ha a che vedere con l'avvertita necessità di far
condividere a chi legge la "necessità" (storica, politica,
tecnologica) di una catena di eventi.
Però a me la cosa prende la mano al punto che probabilmente
riuscirei a scrivere qualcosa di sola Voce Narrante mentre
non saprei scrivere nulla SENZA :D :D :D il ché fa
abbastanza ridere
Post by DanPer una risposta più seria, non so se proprio senza voce
narrante ma mi pare di ricordare così, leggiti "Non temerò
alcun male" di Silverberg, per restare in ambito SF. Io ne
restai molto colpito, da giovane.
se mi capita proverò, lo conosco pure poco
Post by DanIl punto di vista è soggettivo, e praticamente tutto viene
narrato attraverso una serie di dialoghi incredibilmente ben
fatti. Un modello.
Quasi certamente in prima persona "Sam Space,
spazio-investigatore", ma mi sfugge l'autore, pubblicato su
Urania. Questo comunque è space-opera, niente di che.
Comunque mi aveva fatto ridere, soprattutto la parte
dell'uovo di Zubù, mi sono cappottato.
Interessanti i romanzi tutti in "tempo reale", in
soggettiva, e poi c'è uno stacco e si fa un salto di n
anni, (distopici ?), come "Agente 064:operazione demoni",
che per me è un capolavoro e non capisco come non ci abbiano
fatto un film.
Stessa cosa anche in "Al servizio del TBII", bellissimo, in
cui la voce narrante interviene in pratica va beh non lo
dico, ma insomma è minima ma essenziale.
Anche nei due romanzi di Douglas Adams mi pare che la
vicenda sia narrata in prima persona, con alcuni inserti che
sono una specie di voce narrante, ovvero le voci
dell'Enciclopedia.
Molti modi di usarla, quindi. Interessante spunto di
riflessione.
Dan
Per ridurre la voce narrante esistono secondo me un paio di
artifici, ovvero la voce narrante mascherata e i
dialoghiMolto coinvolgente. Comunque, anche quando si usa
questa tecnica, si deve ricorrere ad una voce narrante
camuffata, cioè le riflessioniDard usa le riflessioni
grazie dei consigli. E anche di avermi chiarito una cosa che
non avevo chiara : che cmq la terza persona a cui non voglio
rinunciare è a tutti gli effetti una voce narrante anche
quella. Quindi dovrò chiarirmi meglio le idea di cosa
intendo davvero con questa categoria e come rendermi conto
delle sue varie "specializzazioni" che uso in dato momento.
Mi capita ad es. di staccare in capitoli interi, separati,
parti INTERAMENTE didascaliche, anche per raccordare e
sincronizzare in modo più chiaro relazioni tra trame che si
svolgono in posti e tempi vicini/lontani, e per chiarire al
lettore i rapporti di cause/effetti tra le stesse.
Tra l'altro, dopo avere revisionato 5 libri molti distanti
nel tempo, mi sono accorto che il numero di sottotrame che
uso è assolutamente imprevedibile.
20 anni fa ci miravo (non so perché ? Fa figo, per caso ?
boh, nommelo ricordo !), ed uno tra i libri più antichi, che
amavo (e che mi sta un po' deludendo), era praticamente
monotrama.
Alcuni tra gli ultimi, a cui non miravo assolutamente a
complicarli per sfizio, sono usciti fuori con un numero di
sottotrame anche di 4-5 in parallelo. E infatti nei
capitoli, ai titoli aggiungevo delle liste di numeri per
capire al volo CHI C'ERA dentro ed evitare di portarne
troppo avanti alcune e lasciarne troppo indietro altre. Però
malgrado una certa fatica nella sincronizzazione, la cosa
poi era venuta da sé, non più per sfizio senza motivo.
Boh ... è tutto complicato !
La cosa più bizzarra è che se da un lato, in astratto, mi
pongo tutti questi problemi, poi dall'altro, quando scrivo
in pratica, non penso più a nulla del genere e viaggio solo
a istinto 100 %.
L'unico aspetto pratico di riprogettazione che mi sono dato
come regola è : darsi una regolata sulla disomogeneità dei
capitoli. Concedersi raramente capitoli oltre le 9000 parole
(ne ho trovati alcuni da 20000 analizzando i testi vecchi, e
mi sono risolto a spezzararli).
Bilanciare i "libri" interni (in genere uso una doppia
gerarchia entro tutti i testi, una divisione in 3-6
sottolibri o tomi, e questi in capitoli).
Mi piacerebbe avere capitoli tutti id pesi confrontabili ma
non sempre è possibile. Sotto le 2000 parole mi urtano
proprio, mi sanno di tessuto connettivo. Cmq mi sono appunto
fatto un programmino per rimisurare tutto e accorpare
(raramente possibile) o suddividere (agevole, basta
inventarsi un altro titolo !) per avvicinare i pesi.
I tomi devono avere un peso confrontabile sia come numero di
parole totali sia come numero di capitoli (anche se non per
forza proprio uguali).
La fissa del momento ... praticamente sto "SERNIFICANDO" i
libri, lol (semicit)
Cmq ripenserò a come classificare le voci narranti e
differenziarle.
Ad es. se e quando uno decide di fare STACCHI TEMPORALI,
senza di esse, come evitare i traumi a chi legge per il
brusco cambio di contesto ?
--
1) Resistere, resistere, resistere.
2) Se tutti pagano le tasse, le tasse le pagano tutti
Soviet_Mar